Considerazioni e riflessioni sulla taglia del Dogo Stampa E-mail
Lunedì 10 Ottobre 2005 21:45

di Vincenzo Moranda - C.D.A.I. Club Dogo Argentino Italia

Qualche giorno addietro, in occasione di un'incontro cinofilo tenutosi a Milano, parlando con alcuni grandi allevatori, tra le altre cose trattate, si è discusso ancora un'ennesima volta, dell'aspetto dimensionale, del Dogo Argentino e della sua interpretazione, nonchè della riscrizione dell'attuale standard di razza in vigore oggigiorno.

Vi è da dire, che in quest'argomento, benchè se a prima vista parrebbe di rilevanza minore rispetto ad altri temi che magari porterebbero a traguardi più chiari e soddisfacenti, secondo mè, vi è il cuore, di tutta la filosofia doguera. Il creatore Antonio Nores Martinez, quando si mise a redigere il primo standard, volle fare solamente una descrizione a grandi linee, di come doveva essere il suo tipo di Dogo Argentino, senza dare molta importanza a misure e pesi, e senza entrare nello specifico, (poichè secondo me , lo dava per scontato, tanto era immerso e concentrato nella sua creazione) come magari è stato poi fatto per quelli a seguire, poichè, in quel periodo, per un cane (Dogo), che doveva soprattutto fare del lavoro di grande cerca e di lotta, quindi di gran fatica, l'importanza era la sostanza intrinseca del soggetto stesso che riusciva a sprigionare eche sicuramente, il creatore ne era così ben fornito, di tali soggetti, validi ed al top, di quella tipologia, da pensare che non potevano di certo essercene altri diversi, quindi, non vi era l'estremo bisogno di ulteriori precisazioni, bisogna anche capire il periodo storico che si stava attraversando, il 1947, ma le esperienze, erano sicuramente datate di almeno 10 o più anni addietro, quindi il medio di allora, non è certo, il medio di adesso e poi ancora , dato che si trattava di Dogos che giornalmente lavoravano nel campo e non come quelli dei tempi nostri che vivono in spazi ristretti e passano la loro giornata a dormire in un box o sul balcone di casa o nel giardino di casa e vengono iper nutriti, sempre, tutti i giorni,ma erano per dire Dogos CONSUMATI, giorno per giorno.

Il creatore, doveva per forza, dare indicazioni come: "Preferendo quelli di maggior taglia"; e poi ancora: "Un cane pesante tra quelli da presa", ed i cani da presa, che il MITICO creatore era solito vedere in quegli anni, ed anni addietro, erano cani da combattimento, alti, più o meno tra i 53/57 cm al garrese e dal peso più o meno, di 30/35 Kg di conseguenza il SUO Dogo Argentino, che era il cane " Più da presa, fra tutti i cani da presa" lo aveva pensato e creato, MAGGIORE, (Ma, non di molto, e sicuramente non GIGANTE) ma soprattutto funzionale per i luoghi in cui doveva operare.

Se attentamente leggiamo e riflettiamo su quanto scritto nel "PRIMO STANDARD" del 1947 e non siamo dei neofiti, possiamo anche avere una netta e precisa visione di come doveva essere un Dogo Argentino, è cioè un Dogo medio, armonico nel suo insieme, robusto, ma NON grosso e massiccio, un Dogo che doveva macinare 10/20 Km tutti i giorni, magari per svariati periodi, un Dogo che doveva vivere all'aperto sempre, e che si nutriva di certo, non con il mangime, che non esisteva ancora, un Dogo, che quando arrivava sulla preda doveva lottarci, per forza, per svariato tempo, la sua dote migliore che, in quei tempi, veniva comunque osservata maggiormente era, la tenacia, il coraggio e la resistenza sia alla fatica, che al dolore, queste cose il CREATORE le metteva sempre in primis sulle altre.

Oggi chiaramente questi parametri sono stati CANCELLATI, dalla modernità e dallaipocrisia, che è una dote, che spesso abbonda, nel genere umano, e ci si gioca solo sull'immagine estetica, perciò lo standard è stato rifatto a DOC, anche perchè crescere dei DOGOS come quelli del 1950/60/70 è molto dispendioso e poco remunerativo, mentre fare dei bei Dogos bianchi, GIGANTI, perfetti sotto tutti i punti di vista, che possano passeggiare fieri, sui marciapiedi, delle nostre città moderne e molto più facile e remunerativo.

Trovo ancora gente, che ogni tanto, mi dice: "Guarda, questo si, che è un vero Dogo Argentino!" Io rispondo: "Ma perchè, lo hai visto, svariate volte all'azione, all'aperto nei boschi, nella sua vera arte venatoria?" Lui, mi guarda sbigottito e dice: "NO, ma vanta un sacco di titoli, conseguiti in varie esposizioni di bellezza."

Una domanda che mi pongo sempre è: Ma come si fà, ad avere solamente un punto saldo d'arrivo nelle SOLE esposizioni di bellezza, con una razza nata esclusivamente per fare del gran lavoro e basta?

 
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