Continuazione dell'argomento "taglia del Dogo" Stampa
Mercoledì 12 Ottobre 2005 12:09

di Vincenzo Moranda - C.D.A.I. Club Dogo Argentino Italia

Ritorniamo per un'attimo sulle ultime argomentazioni, soprattutto per ampliare, integrare e spiegare meglio ed in modo più approfondito, il discorso taglia e ... tipicità, nonchè le peculiari caratteristiche fondamentali, che hanno portato alla creazione, della razza del Dogo Argentino.

Stimolato dal fatto, che in quest'ultima settimana, trovandomi a parlare, con privati possessori di Dogo Argentino ed alcuni allevatori, che hanno letto l'articolo "Considerazioni e riflessioni sulla taglia del Dogo", ponendomi determinate domande, mi hanno fatto insorgere il dubbio, di non essere stato particolarmente chiaro, e sicuramente, di non essere riuscito a far capire alcune motivazioni, che oserei dire, essere la parte centrale della problematica della razza.

Quando dico "Grosso e massiccio" intendo dire, più che a stare con il cinometro in mano, un Dogo, esempio può essere di taluni soggetti che oltre ad essere alti ( 68/70 cm.) hanno una testa notevolmente grossa, oppure notevolmente piccola, sono corti rispetto all'altezza, oppure, sono corretti come rapporti, ma "grossi" di tipo "mastino napoletano", per capirci.

Io posso certamente dire, che un Dogo Argentino che deve lavorare nel bosco, sarebbe preferibile che sia veramente "MEDIO" e cioè, non molto pesante, sui 40/47 Kg, non molto alto sugli arti ( 63/66cm ) e che come proporzione, rientri correttamente nel "rettangolo", una testa non molto pesante, in quanto risulterebbe uno svantaggio, sia come bilanciamento che come "PRESA" finale, e con un buon collo che gli permetta una buona e forte movimentazione, ma se tutto ciò, viene armonicamente rispettato, ed il soggetto è 68 cm. va bene lo stesso!!!, a parte che sia un... "BUON DOGO ARGENTINO" e questa risposta la può dare solamente "IL BOSCO".

Ed eccoci al secondo punto, quello dove dico che un tempo, veniva maggiormente osservata la tenacia, il coraggio, la resistenza, sia alla fatica, che al dolore, peculiarità, che solamente l'uso proprio, per cui la razza fu introdotta, porta a darci una risposta certa, e di conseguenza a riprodurre solamente quei soggetti che vi rientrano appieno, per far si , che la memoria genetica non si smarrisca nel tempo. Quindi Voi capite che se un Dogo Argentino vive nella grande città fra palazzi e marciapiedi, spostandosi di tanto in tanto da un balcone all'altro della nostra casa, non si potrà mai sapere ed avere questa risposta, ed eccoci all'altro punto dolente, Il Dogo Argentino (VERO) NON è , purtroppo, per TUTTI, poichè implica anche una certa particolare condizione di vita, che il possessore dello stesso, deve fare, ed una particolare mentalità.

IO, ora, sono consapevole, che molti di Voi mi dicano:" ... Ma, il mio Dogo Argentino lo ho preso, per farlo dormire sul divano, trattarlo come un bambino, educarlo, in modo che conviva in pace, con i gatti del quartiere, non ringhi ad altri cani, mi faccia da "Baby sitter" per i miei figli, mi faccia l'ubbidienza - seduto - terra - resta, ecc.ecc..." Purtroppo, secondo me, Io rispondo: "Sarebbe come pretendere di tenere un coccodrillo in piscina e pensare che non si mangi i bagnanti".

Il Dogo Argentino, in effetti è veramente felice, solamente quando corre libero nei boschi, magari a caccia del suo nemico naturale il CINGHIALE o il PUMA, quando si impiglia nei rovi o si infanga nelle paludi, quando è a contatto con il suo elemento: LA NATURA SELVAGGIA, ed alla fine di una lunga e faticosa rincorsa si accontenta anche solamente dell' amorevole carezza, che il proprio padrone gli elargisce, il Doghero moderno, anche se non va a caccia, si deve comunque dedicare a dare al proprio Dogo Argentino tutto questo, spesso e volentieri, non solamente ciotole di buon cibo. L'errore più grande, che un uomo possa fare, è pensare che un Dogo Argentino pensi "da umano". Quello che spesso fa felice NOI, spesso crea infelicità al nostro amato Dogo Argentino.

Al recente raduno Ufficiale di Codogno (02-10-2005) ho avuto modo di parlare con il Signor G.Temin, Giudice di quell'esposizione, e tra un discorso e l'altro, ad un certo punto ho voluto sapere, come mai, non avesse eccessivamente premiato, una femmina presente in Libera, da me conosciuta, con tutti i requisti in regola, per rientrare in quel canone suddetto prima, lui giustamente mi risponde che non può sapere queste cose, lui giudica solamente per quello che vede di estetica, ed ecco che si affaccia un'altro punto dolente e spinoso, ma anche chiarificatore per far capire perchè la razza in questi ultimi vent'anni ha perso molto di " VERA ORIGINALITA' ", guadagnando forse solo in ESTETICA o BELLEZZA, il fatto è, che alle esposizioni, dovrebbero andare solamente tutti quei Dogo Argentino che superano le LORO prove di LAVORO "ORIGINALI", ed a quel punto si potrebbe decidere sulla " Bellezza" e sulla conseguente riproduzione, in questo modo la razza ne verrebbe certamente a guadagnarne e TANTO ANCHE.

Per il momento, penso di aver risposto a molte domande rimaste insolute nel mio primo scritto, Voglio anche mandare copia di "questo", al Signor VIANINI PAOLO, presidente del F.E.D.A, un ente che secondo me, con la propria filosofia, aiuta a rendere più onore ad una Grandissima RAZZA, forse mai capita, per quello che realmente ... è.